Progetto Codice ARS01_00825 - Area di Specializzazione “Agrifood”, PON R&I 2014-2020 e FSC

Lo scenario

Non si fa agrifood senza acqua.
Il riscaldamento globale è la causa del cambiamento climatico che, a sua volta, determina le anomalie meteorologiche che tutti possiamo sperimentare.
Quello che osserviamo è l’imprevedibilità delle piogge.
Senza piogge efficaci non si può assicurare acqua in quantità e di qualità alle filiere agroalimentari.
Stando a recenti indagini, negli ultimi 50 anni la diminuzione delle piogge nell’area del Mediterraneo ha causato la perdita di 100 millilitri d’acqua l’anno.

Al di là del valore assoluto delle piogge che cadono in un anno, è l’irregolarità delle precipitazioni a generare preoccupazione.
La regola di inverni piovosi seguiti da estati siccitose è saltata.
Il regime pluviometrico irregolare mette in crisi l’agricoltura, in primis quella “rainfed” che si alimentata solo di pioggia. 

In più l’irregolarità delle precipitazioni provoca altri fenomeni:

  • Le riserve idriche naturali non si riformano adeguatamente e gli invasi artificiali non si rimpinguano più al ritmo con cui erano stati progettati;
  • La salinità dei suoli aumenta se non sopraggiungono le piogge invernali a lisciviare i sali che si accumulano lungo il profilo del terreno;
  • Le precipitazioni ad alta intensità erodono i suoli in pendenza e il ruscellamento è all’origine di inondazioni a valle;
  • Il ricorso all’irrigazione è imprescindibile se si vuole rifornire regolarmente l’agroindustria. Ma le risorse idriche per l’agricoltura scarseggiano sempre di più, e comunque costano sempre di più.

Urge allora trovare un rimedio, o meglio un ventaglio di soluzioni.
Una sorta di tool box, una “cassetta degli attrezzi”, all’interno della quale scegliere lo strumento di volta in volta più adatto per l’azienda agricola.

Progetto Codice ARS01_00825 -
Area di Specializzazione “Agrifood”,
PON R&I 2014-2020 e FSC.

Lo scenario

Non si fa agrifood senza acqua.
Il riscaldamento globale è la causa del cambiamento climatico che, a sua volta, determina le anomalie meteorologiche che tutti possiamo sperimentare.
Quello che osserviamo è l’imprevedibilità delle piogge.
Senza piogge efficaci non si può assicurare acqua in quantità e di qualità alle filiere agroalimentari.
Stando a recenti indagini, negli ultimi 50 anni la diminuzione delle piogge nell’area del Mediterraneo ha causato la perdita di 100 millilitri d’acqua l’anno.

Al di là del valore assoluto delle piogge che cadono in un anno, è l’irregolarità delle precipitazioni a generare preoccupazione.
La regola di inverni piovosi seguiti da estati siccitose è saltata.
Il regime pluviometrico irregolare mette in crisi l’agricoltura, in primis quella “rainfed” che si alimentata solo di pioggia. 

In più l’irregolarità delle precipitazioni provoca altri fenomeni:

  • Le riserve idriche naturali non si riformano adeguatamente e gli invasi artificiali non si rimpinguano più al ritmo con cui erano stati progettati;
  • La salinità dei suoli aumenta se non sopraggiungono le piogge invernali a lisciviare i sali che si accumulano lungo il profilo del terreno;
  • Le precipitazioni ad alta intensità erodono i suoli in pendenza e il ruscellamento è all’origine di inondazioni a valle;
  • Il ricorso all’irrigazione è imprescindibile se si vuole rifornire regolarmente l’agroindustria. Ma le risorse idriche per l’agricoltura scarseggiano sempre di più, e comunque costano sempre di più.

Urge allora trovare un rimedio, o meglio un ventaglio di soluzioni.
Una sorta di tool box, una “cassetta degli attrezzi”, all’interno della quale scegliere lo strumento di volta in volta più adatto per l’azienda agricola.